CAVA DI MARMO A SAMBUGHETTO
L'estrazione del marmo in Valle Strona risale probabilmente ad almeno due secoli fa, con un primo utilizzo non come pietra ornamentale, ma per farne calce usata in edilizia per malte e intonaci.
Una prima testimonianza è del 1810, quando l'architetto Cagnola venne invitato da Napoleone Bonaparte a valutare se il marmo della valle Strona potesse essere utilizzato per la costruzione dell'Arco della Pace a Milano. A quanto pare l'indagine non ebbe seguito...
A partire dal 1860 si hanno registrazioni di attività di cava, con estrazione del materiale lapideo con strumenti artigianali (martelli, scalpelli, leve e cunei) e il trasporto con la realizzazione di una "via di lizza", ancora in parte visibile, per calare manualmente i blocchi verso valle.
L'attività di cava prese una piega "industriale" agli inizi del '900, con l'avvento dei perforatori meccanici e l'uso di polvere da sparo (il 21 maggio 1925 lo scoppio della prima mina con polvere nera: lavoravano in cava 10 scalpellini), Dopo pochi anni, nel 1938, si contavano 120 lavoratori nell'area di cava, tra scalpellini, minatori, manovali, fabbri, impiegati e cuochi. E' l'epoca della "Società Cave di Marmo di Vallestrona", che realizzò piazzali, pista di accesso camionabile, la polveriera, la fucina e un dormitorio/mensa. La prima lavorazione, "squadratura" avveniva in loco, mentre le rifiniture e il prodotto finale venivano realizzate nei laboratori di Baveno.
La cava chiuse definitivamente nel 1972: troppo onerosa l'attività estrattiva e il trasporto in una valle come quella dello Strona: altre località e materiali meglio si prestavano agli usi architettonici in Italia e all'estero.
Una prima testimonianza è del 1810, quando l'architetto Cagnola venne invitato da Napoleone Bonaparte a valutare se il marmo della valle Strona potesse essere utilizzato per la costruzione dell'Arco della Pace a Milano. A quanto pare l'indagine non ebbe seguito...
A partire dal 1860 si hanno registrazioni di attività di cava, con estrazione del materiale lapideo con strumenti artigianali (martelli, scalpelli, leve e cunei) e il trasporto con la realizzazione di una "via di lizza", ancora in parte visibile, per calare manualmente i blocchi verso valle.
L'attività di cava prese una piega "industriale" agli inizi del '900, con l'avvento dei perforatori meccanici e l'uso di polvere da sparo (il 21 maggio 1925 lo scoppio della prima mina con polvere nera: lavoravano in cava 10 scalpellini), Dopo pochi anni, nel 1938, si contavano 120 lavoratori nell'area di cava, tra scalpellini, minatori, manovali, fabbri, impiegati e cuochi. E' l'epoca della "Società Cave di Marmo di Vallestrona", che realizzò piazzali, pista di accesso camionabile, la polveriera, la fucina e un dormitorio/mensa. La prima lavorazione, "squadratura" avveniva in loco, mentre le rifiniture e il prodotto finale venivano realizzate nei laboratori di Baveno.
La cava chiuse definitivamente nel 1972: troppo onerosa l'attività estrattiva e il trasporto in una valle come quella dello Strona: altre località e materiali meglio si prestavano agli usi architettonici in Italia e all'estero.