MINIERE DI NICHEL A CAMPELLO MONTI
Nei dintorni di Campello Monti, in alta Valle Strona (VB), sono localizzate due distinte mineralizzazioni con caratteristiche analoghe: una è denominata ALVANI e si trova sul versante sinistro della valle, a sovrastare il piccolo paese; l’altra è denominata PENNINO GRANDE ed è situata nel vallone del Rio dei Dannati, alla base del M. Capio.
Il giacimento più importante e maggiormente sfruttato è quello a ridosso del piccolo centro abitato.
Esso si sviluppa tra le quote 1300 e 1600 circa, con diversi cantieri, alcuni su più livelli, all’interno di rocce ultrabasiche della Zona Ivrea-Verbano, precisamente pirosseniti e peridotiti. Questo tipo litologico, e di conseguenza il giacimento, è delimitato a Ovest e Nord dalle miloniti della Linea Insubrica, a Sud da anfiboliti e a Est da granuliti.
Le rocce mineralizzate sono in prevalenza pirosseniti, costituite dalla seguente paragenesi:
I corpi mineralizzati presentano generalmente morfologia lenticolare o irregolare con forme e dimensioni molto variabili; in essi i minerali metallici sono distribuiti irregolarmente in vene, mandorle o piccole lenti contigue tra loro, con strutture a rosario aventi direzione N-S, immersione sub-verticale e sviluppo di alcune decine di metri, oppure più spesso sono minutamente disseminati nella roccia. All'ingresso del paese sono ancora visibili i resti degli impianti di lavorazione.
Esistono 8 cantieri principali: Milesi, Arienta, Finestre, Mussone, Riale, Orello, Chigno, Fornace; brevi gallerie di assaggio sono disseminate sul versante.
Secondo la documentazione storica, la miniera è stata in attività a partire dalla seconda metà dell'800 e fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, con alterne vicende e periodi di chiusura.
Il tenore in nichel dell’abbattuto negli ultimi periodi di attività (primi anni ’40) si aggirava intorno allo 0.5%, e in seguito ad un processo di arricchimento per flottazione, si recuperava un concentrato al 5-6% in Ni.
Il giacimento più importante e maggiormente sfruttato è quello a ridosso del piccolo centro abitato.
Esso si sviluppa tra le quote 1300 e 1600 circa, con diversi cantieri, alcuni su più livelli, all’interno di rocce ultrabasiche della Zona Ivrea-Verbano, precisamente pirosseniti e peridotiti. Questo tipo litologico, e di conseguenza il giacimento, è delimitato a Ovest e Nord dalle miloniti della Linea Insubrica, a Sud da anfiboliti e a Est da granuliti.
Le rocce mineralizzate sono in prevalenza pirosseniti, costituite dalla seguente paragenesi:
- Minerali fondamentali: pirrotina, pentladite, calcopirite
- Minerali accessori: marcasite, pirite, bravoite, sperrylite, ilmenite, magnetite, ematite, cromite, blenda, grafite.
I corpi mineralizzati presentano generalmente morfologia lenticolare o irregolare con forme e dimensioni molto variabili; in essi i minerali metallici sono distribuiti irregolarmente in vene, mandorle o piccole lenti contigue tra loro, con strutture a rosario aventi direzione N-S, immersione sub-verticale e sviluppo di alcune decine di metri, oppure più spesso sono minutamente disseminati nella roccia. All'ingresso del paese sono ancora visibili i resti degli impianti di lavorazione.
Esistono 8 cantieri principali: Milesi, Arienta, Finestre, Mussone, Riale, Orello, Chigno, Fornace; brevi gallerie di assaggio sono disseminate sul versante.
Secondo la documentazione storica, la miniera è stata in attività a partire dalla seconda metà dell'800 e fino al termine della Seconda Guerra Mondiale, con alterne vicende e periodi di chiusura.
Il tenore in nichel dell’abbattuto negli ultimi periodi di attività (primi anni ’40) si aggirava intorno allo 0.5%, e in seguito ad un processo di arricchimento per flottazione, si recuperava un concentrato al 5-6% in Ni.
Per approfondire:
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