LA GEOLOGIA DEL LAGO D'ORTA
Nel bacino del Lago d'Orta ritroviamo rocce appartenenti a tutte e tre le grandi famiglie di rocce: magmatiche, sedimentarie e metamorfiche.
Le rocce più antiche sono i micascisti, appartenenti alla formazione degli Scisti dei Laghi. Si tratta di rocce metamorfiche, originatesi oltre 300 milioni di anni fa, durante gli eventi di collisione tra due antichi continenti. All'aspetto si presentano molto scistosi e ricchi in mica, un minerale di colore argenteo o bruno, facilmente sfaldabile in sottili lamelle: proprio l'abbondante presenza di questo minerale, rende la roccia divisibile in lastre abbastanza regolari. |
Nei micascisti si sono intrusi circa 275 milioni di anni fa i Graniti dei Laghi. Trattasi di rocce magmatiche intrusive, generate dal lento raffreddamento del magma intrappolato all'interno di altre rocce ad alcuni chilometri di profondità. Il granito è una roccia compatta, composta principalmente da quarzo, biotite e feldspato. La presenza di "impurità" e variazioni nella composizione chimica dei minerali costituenti porta ad avere diverse varietà e colorazioni: Granito Bianco di Alzo, Granito Bianco del Mottarone, Granito Rosa di Baveno e, poco fuori dal nostro territorio, Granito Bianco di Montorfano e Granito Verde di Mergozzo.
Strettamente connesse agli eventi geologici che hanno originato i graniti, troviamo nella porzione sud-est del Cusio le Vulcaniti Permiane o più comunemente conosciute come Porfidi. Siamo sempre nel gruppo delle rocce magmatiche, ma in questo caso effusive, formatesi quindi per rapido raffreddamento di magma. Hanno un colore rosato-rossastro, relativamente dure, ma molto fratturate.
Per concludere la nostra carrellata litologica parliamo delle rocce sedimentarie, che troviamo nella parte meridionale del bacino del Cusio nei dintorni di Gozzano: il Calcare Rosso di Gozzano e le Argille Sabbiose. Il primo risale al Giurassico inferiore o Lias (199 - 175 milioni di anni fa) ed è testimone di un antico ambiente marino; al suo interno sono frequenti i resti di fossili di brachiopodi e di crinoidi. Le argille sono invece molto più recenti e risalgono al Pliocene (3 - 2 milioni di anni fa) e anch'esse si sono formate in ambiente marino e sono ricche in fossili (gasteropodi, lamellibranchi e brachiopodi).
Strettamente connesse agli eventi geologici che hanno originato i graniti, troviamo nella porzione sud-est del Cusio le Vulcaniti Permiane o più comunemente conosciute come Porfidi. Siamo sempre nel gruppo delle rocce magmatiche, ma in questo caso effusive, formatesi quindi per rapido raffreddamento di magma. Hanno un colore rosato-rossastro, relativamente dure, ma molto fratturate.
Per concludere la nostra carrellata litologica parliamo delle rocce sedimentarie, che troviamo nella parte meridionale del bacino del Cusio nei dintorni di Gozzano: il Calcare Rosso di Gozzano e le Argille Sabbiose. Il primo risale al Giurassico inferiore o Lias (199 - 175 milioni di anni fa) ed è testimone di un antico ambiente marino; al suo interno sono frequenti i resti di fossili di brachiopodi e di crinoidi. Le argille sono invece molto più recenti e risalgono al Pliocene (3 - 2 milioni di anni fa) e anch'esse si sono formate in ambiente marino e sono ricche in fossili (gasteropodi, lamellibranchi e brachiopodi).
LA GEOMORFOLOGIA DEL LAGO D'ORTA
L'origine del Lago d'Orta e degli altri laghi prealpini presenti sul versante meridionale delle Alpi è sempre stata oggetto di vivaci discussioni scientifiche tra geologi che hanno alternato teorie sulla importante preesistenza di valli fluviali a teorie sull'intensità della sovraescavazione operata dai grandi ghiacciai alpini.
Recenti indagini dettagliate sui bacini lacustri alpini italiani e svizzeri, unitamente a ricerche paleogeofrafiche sul Mar Mediterraneo, hanno definito che il fondo roccioso dei laghi prealpini italiani si trova ad un quota di molto al di sotto dell'attuale livello del mare, e risultano ricoperti da uno spesso strato di sedimenti. I rilievi geofisici hanno evidenziato, al di sotto delle acque lacustri, la classica forma a V delle valli fluviali, quindi confermando la preesistenza di un solco vallivo prima dell'avanzata dei ghiacciai a rimodellarne l'aspetto.
Recenti indagini dettagliate sui bacini lacustri alpini italiani e svizzeri, unitamente a ricerche paleogeofrafiche sul Mar Mediterraneo, hanno definito che il fondo roccioso dei laghi prealpini italiani si trova ad un quota di molto al di sotto dell'attuale livello del mare, e risultano ricoperti da uno spesso strato di sedimenti. I rilievi geofisici hanno evidenziato, al di sotto delle acque lacustri, la classica forma a V delle valli fluviali, quindi confermando la preesistenza di un solco vallivo prima dell'avanzata dei ghiacciai a rimodellarne l'aspetto.
L'origine di queste valli fluviali è messa in relazione alla cosiddetta "Crisi del Messiniano", avvenuta tra i 6 e 5 milioni di anni fa, corrispondente ad un rapido e notevole abbassamento del livello dell'antico Mar Mediterraneo e ad una altrettanto rapida e intensa erosione ad opera dei torrenti e dei fiumi alpini.
Quindi l'azione dei ghiacciai durante le glaciazioni si è molto probabilmente limitata a rimodellare solo le porzioni "più elevate" dei versanti di queste antiche valli, contribuendo comunque a colmarle e a creare i grandi sbarramenti morenici che hanno permesso la formazione dei laghi prealpini.
E proprio una lingua glaciale separatasi dal grande ghiacciaio del Toce all'altezza di Gravellona, è stata il principale agente modellatore dei rilievi che circondano il Lago d'Orta.
Quindi l'azione dei ghiacciai durante le glaciazioni si è molto probabilmente limitata a rimodellare solo le porzioni "più elevate" dei versanti di queste antiche valli, contribuendo comunque a colmarle e a creare i grandi sbarramenti morenici che hanno permesso la formazione dei laghi prealpini.
E proprio una lingua glaciale separatasi dal grande ghiacciaio del Toce all'altezza di Gravellona, è stata il principale agente modellatore dei rilievi che circondano il Lago d'Orta.
Indagando nel dettaglio i depositi accumulati dal ghiacciaio sul territorio, è possibile ricostruire la storia di avanzate e ritiri e azzardare una stima sullo spessore medio della lingua glaciale: la massima espansione si è protratta fino poco più a sud di Gozzano e lateralmente si è estesa, con una larghezza media di 4,5 km, fino a Pogno (a ovest) e al Monte Mesma (a est), mentre lo spessore medio è stimabile in più di 700 metri.
Sempre analizzando le morfologie del territorio intorno al lago e i materiali depositati, ci si rende conto che l'area cusiana rappresenta un'ottima aula didattica all'aperto per studiare il fenomeno glaciale legato ai grandi eventi preistorici e alle dinamiche post-glaciali più recenti: in varie località si possono saggiare vari tipi di sedimenti quaternari (morenici, fluvioglaciali, glaciolacustri, alluvionali, di conoide e detriti di versante) e visionare morfologie legate sia a fenomeni gravitativi (vari tipi di frane) sia al reticolo idrografico (alvei incisi, conoidi alluvionali, cascate, etc). |